L’infinito

di Alessandro D'Aquila

Alessandro D’Aquila, classe 1989, lavora per sottrazione quando usa il braille, tratto distintivo di ogni sua opera.
Ma lavora anche per addizione quando decide di andare ad agire sugli oggetti alterando la realtà a proprio piacimento.

Attraverso questi gesti, Alex cerca di provocare nello spettatore un senso di smarrimento, costringendolo a decifrare ciò che vede secondo un codice visivo che risponde a regole del tutto estranee.

Con la Tavola Ottometrica Poetica, la seria che combina arte, poesia e design, l’artista porta avanti la sua ricerca sul senso di smarrimento e invita lo spettatore a fermarsi, osservare e riflettere.

Attingendo ai versi dei più celebri poeti della storia della letteratura italiana, l’artista descrive stati d’animo, momenti e vissuti dei nostri giorni: “Le mie tavole sono lo specchio della realtà. Prendo ispirazione dai momenti storici che viviamo”.

L'Infinito, è la terza della serie di Tavole Ottometriche di Alex D’aquila del 2023 che si ispira all’omonima poesia di Giacomo Leopardi.

Anche in questa opera, l’artista lavora per addizione e per sottrazione, toglie elementi, li interrompe e ne inserisce altri.

Il naufragar m'è dolce in questo mar”, secondo l’artista descrivono alla perfezione il periodo storico che stiamo vivendo: “un 2022 turbolento, che ci ha lasciati tutti un po 'in balia delle onde”.

Rimanendo fedele ai versi originari di Leopardi, la poesia scritta sulla Tavola Ottometrica di Alessandro D’Aquila, si interrompe, e lascia spazio al braille, il tratto distintivo di ogni suo lavoro.