Matteo Capriotti nasce a Teramo nel 1996 e frequenta l’Accademia di Belle Arti di Brera.
Se chiedi a Matteo il motivo per cui dipinge, lui ti risponde che vuole far immergere lo spettatore nella profondità del colore, inserirlo nei suoi stessi abissi emotivi, nella profondità delle sue paure.
È proprio la paura della profondità, soprattutto quella del mare, ad evocare in Matteo l’esigenza di esprimersi attraverso l’atto creativo. Un atto creativo che non vuole esorcizzare la paura stessa ma al contrario, condividere con lo spettatore uno stato emotivo tanto forte quanto alienante.
Basti pensare che le campiture di colore, di un blu intenso e di altri colori primari, non sono stese solo con il pennello: Matteo Capriotti infatti, dopo aver preparato la tela e steso sopra i colori, aspetta un momento preciso per tornare ulteriormente sulla superficie pittorica.
È il momento in cui asciutto e bagnato si fondono e l’artista decide di utilizzare solo ed esclusivamente le sue mani, per affondarle e impastarle nella profondità della sua opera e quindi della sua emozione.